
Interview 2022
Raffaella Corcione Sandoval
ItsLiquid.com
da Luca Curci
Luca Curci parla con Raffaella Corcione Sandoval durante ROMA INTERNATIONAL ART FAIR, alla Medina Art Gallery.
Nata a Caracas, Venezuela, Raffaella Corcione Sandoval vive e lavora a Roma. La sua vocazione artistica è sbocciata formandosi molto giovane alla Scuola d'Arte Sancho di Caracas. In Italia è stata allieva dell'artista Novella Parigini e del Prof. Emilio Maria Avitabile. Ha ottenuto la qualifica di Grafica Pubblicitaria a Napoli e di Stilista all'Accademia della Moda di Roma. Artista conosciuta a livello nazionale e internazionale, ha esposto in Svizzera, Stati Uniti, Germania, Spagna, Cina, Arabia e in numerose mostre in tutta Italia. Raffaella Corcione Sandoval rifiuta ogni tipo di categorizzazione formale e utilizza molteplici forme di espressione, dalla pittura alla fotografia, dal video alla performance, alla prosa, utilizzando tecniche nuove e originali.
Luca Curci - Cos'è l'arte per te?
Raffaella Corcione Sandoval - Nella mia arte non voglio trasferire le angosce e le problematiche negative dell’esistenza. Non è questa la mia missione. Da bambina alla domanda: chi vuoi essere da grande? Rispondevo: Una Santa!!! La mia indole mistica si è manifestata molto presto e si è fatta riconoscere.
Vorrei essere paradossalmente una Madre Teresa artista, un Padre Pio artista, un Buddha contemporaneo concettuale che non solo esprime attraverso le opere l’aspetto positivo della nostra realtà ma l’incessante ricerca, lavoro interiore, pratica e disciplina, perché possano diffondere ed espandere energia positiva in maniera tangibile come accade con le reliquie. Opere che contengano tutta la mia esperienza esistenziale, come fossero gocce di sangue.
LC - Qual è il tuo background?
RCS - Essere nata in Sud America, aver vissuto la maggior parte della vita in Europa, e aver viaggiato per il mondo, non come turista ma come cittadina del mondo, mi ha permesso di approfondire culture dalla grande storia come quella Greca o quella dell’India.
Tutto questo vissuto unito alla mia ricerca interiore è un bagaglio di una ricchezza inestimabile, fatto di emozioni, colori, simboli e tradizioni che essendo diventati parte di me emergono spontaneamente dalle mie opere.
Il mio lavoro è il risultato della mia vita in continua espansione, costantemente “work in progress”.
LC - Qual è il tuo processo creativo?
RCS - Parto con l’intenzione di realizzare opere che compiano il miracolo dell’Amore, opere vive che riproducano l’essenza del Sé, poiché nel momento della loro creazione io sono solo canale e strumento dell’Energia Cosmica.
LC- Usi l'arte per esprimere qualcosa in particolare? È il tuo mezzo di espressione?
RCS - Le mie opere possono essere un ornamento estetico, un talismano, un porta fortuna, un elemento iniziatico o protettivo a secondo della volontà e della evoluzione individuale di chi le osserva e che ancora non ha dato risposta alle proprie domande esistenziali. Per me lo è stato toccare la veste di Sai Baba.
LC - Cosa significa essere un artista al giorno d'oggi?
RCS - Viviamo nella più grande opera d'arte "l'Universo Manifesto" da cui tutti traiamo ispirazione per le proprie creazioni con la consapevolezza conscia o inconscia di essere tutti degli artisti. Come ho espresso nel 2005 alla presentazione della mia scultura "La Sindone Partenopea":
“La sensazione di solitudine è la componente specifica del nostro tempo attuale.
La comprensione della solitudine appartiene invece a coloro che l’hanno realizzata attraverso le espansioni dell’anima ai confini della ragione dimostrabile.
Cosa ci occorre dunque per dare un senso ad ogni genere di occasione? Non possiamo fare altro che immergerci in un oceano di conflittualità ed imparare a galleggiare, a fluttuare, riscoprendo in noi la forma che più ci rappresenta perché propria.
Ho lasciato così i pensieri scorrere e alle analisi accarezzarli senza ansia.
Essere artisti ha un significato incomprensibile per coloro che non sperimentano le influenze estetiche che aggravano le raffigurazioni immaginarie al loro nascere.
Conoscere la propria gamma cromatica emotiva in alcuni casi rende insopportabile la consapevolezza della conoscenza, che essendo propria, non permette alibi.
Così nasce un’opera, così è nata “La Sindone Partenopea”, in un momento di profonda osservazione dello Spazio-Tempo in cui ho scelto di agire.
Essere e non essere danzano in me come entità tangibili che trascinano la mia esistenza nel suo attuale ciclo biologico.
Essere e non essere vogliono oggi riscoprire le orme di passaggi indispensabili alla ragione finale.
Libero è il significato dell’opera stessa che lascia incontaminata la sua silenziosa dimora, quale unico vero scopo: ricordare!
Lo scontro epocale determina una voragine cognitiva che permette la nascita di una nuova corrente vibrazionale, generata dalla fusione di geni sparsi nell’etere, pronti a germogliare nella memoria collettiva.
Dall’Uno ai molti per ritornare all’Uno.
Il tracciato ancestrale non lascia fraintendimenti.
I miti riemergono per riconquistare la loro posizione primaria, in un perfetto equilibrio di estasi armonica a creare nuove occasioni di sviluppo.
Cogliere le opportunità vuol dire essere e non essere partecipi al Grande Progetto, abbandonate le tensioni ostacolanti, per brindare all’unica vera coppa che l’architetto Divino ci porge nutrendoci d’Amore.”
LC - Sei d'accordo con la nostra visione dell'arte e cosa pensi del tema della mostra?
RCS - La mia adesione alle vostre iniziative conferma la mia stima nella ideazione della piattaforma Itsliquid, nei suoi membri e nelle tematiche da voi trattate.
LC - Puoi spiegare un po' l'opera d'arte che hai in mostra?
RCS - Ho scelto l’opera “Birth of the Universe” in cui è impresso tutto l’Amore dell’Universo attraverso l’aspetto maschile e femminile che danno vita ad atomi carichi di radiazioni illuminando l’ambiente in cui si trova e accelerando in chi guarda l’opera il processo di reintegrazione universale che per me significa rigenerazione del cosmo attraverso tutte le creature, scopo ultimo della vera alchimia e scopo del mio essere un’artista. Chiunque abbia tradotto il codice della propria realtà e abbia trovato la strada dimentichi sé stesso e diventi fiaccola vivente lungo il sentiero di ritorno verso casa.
LC - Proporresti una collaborazione con noi? Cosa pensi dei nostri servizi?
RCS - Sono molto felice di collaborare con voi, siete un gruppo di amanti della vita, della bellezza e dei suoi misteri, espressi attraverso la molteplicità delle forme d'arte e la sintesi estetica. Spero di intensificare la mia collaborazione e stabilire nel tempo una presenza costante all'interno della piattaforma attraverso i vostri servizi a livello internazionale.
Gennaio 2022
Intervista a Raffaella Corcione Sandoval
Accademia Italia in Arte nel Mondo
Biennale d’Arte “Il Rinascimento”
Premio Il David di Michelangelo
Roberto Chiavarini, Art Director
Quanti anni avevi quando hai sentito nascere in te la passione dell’Arte?
La passione per l’arte e nata con me. Questo talento è stato fatto emergere a Caracas da una giovanissima babysitter che più tardi è diventata un'artista famosa Novella Parigini e che mi ha dato i suoi pennelli quando avevo solo tre anni.
Dove hai realizzato la mostra più importante della tua carriera?
La mostra più importante della mia carriera è stata la presentazione della scultura "Sindone Partenopea" nel complesso archeologico monumentale di San Pietro a Corte in Salerno. Ho avuto l'opportunità di installare la scultura sospesa nell’abside centrale sopra i resti di un altare pagano risalente a tempi di Arechi II.
Descrivi te stesso e la tua Arte in poche parole.
Io sono la mia Arte, e sono in tutte le mie espressioni artistiche.
La tua Arte tende più verso un linguaggio classico tradizionale o, diversamente, verso quello moderno-informale?
Sono partita dall’informale parallelamente alla mia ricerca esistenziale per approdare alla forma che più mi appartiene e mi identifica.
Nell’Arte il concetto di Classico o Moderno appartiene solo al momento storico.
Quale quadro realizzato da un Grande Maestro del passato avesti voluto dipingere?
“Salvator Mundi o “La Vergine delle Rocce” di Leonardo Da Vinci
Ritieni che ci sia uno stretto rapporto tra Scienza e Arte?
L’ Arte è scienza, filosofia tecnologia ma soprattutto Teologia e le mie opere ne esprimono l’essenza incorporandole in una sintesi estetica della semiotica . Questa Arte ha permesso all’umanità, di comprendere meglio il senso della vita e dell’evoluzione umana terrestre, traducendo concetti inaccessibili alla nostra dimensione in pittogrammi accessibili , che si imprimono nella coscienza trasmettendoli attraverso gli elettroni, trasportatori dell’esperienza individuale di un artista.
Dicembre 2021
Intervista
a Raffaella Corcione Sandoval
di Aldoina Filangieri
D. Sei un artista pluripremiato da molti anni. Cosa ti ispira a creare?
R. Ricevere un premio vuol dire essere arrivati nel cuore di qualcuno che ti riconosce il merito di aver ricevuto un’emozione oltre che un concetto da approfondire.
Un artista non può definire specificatamente da cosa trae ispirazione poiché egli stesso è l’ispirazione, creare è solo l’esigenza di voler comunicare.
Hai sperimentato con molti stili e mezzi diversi, incluso ora la scrittura di libri. Qual è la tua opinione sul ruolo dell'artista nel mondo?
Ogni mezzo a disposizione è uno strumento, non ci sono limiti di stili o tecniche, i risultati confermano talvolta la capacità poliedrica di un artista che descrive sé stesso quale goccia di un oceano infinito a cui tutti apparteniamo.
Usi il linguaggio del simbolismo nei tuoi dipinti e sculture, così come nella tua poesia e prosa, e persino nel tuo design di moda. Puoi spiegarci perché comunicare attraverso i simboli è così importante per te?
Il linguaggio è fatto di suoni a cui abbiamo associato dei segni grafici dalla notte dei tempi, la sintesi che contiene un simbolo è un potente psico-gramma che stimola la percezione di chi l’osserva e produce reazioni e memorie custodite nel nostro DNA.
Sei un artista da tutta la vita. Perché l'arte e la creatività sono così centrali nel tuo modo di vivere?
È ciò che sono e per cui sono nata.
Hai fatto così tante mostre, personali, collettive, istituzionali. Cosa ti piacerebbe fare a questo punto della tua vita per continuare la condivisione della tua arte?
Mi sento piena di entusiasmo e di curiosità, pronta a sperimentare nuovi e stimolanti orizzonti che mi diano il senso del finito e dell’infinito.
Chi sono alcuni degli artisti che apprezzi di più?
Sono tanti, di epoche e stili diversi, citarli sarebbe limitativo poiché ogni forma d’arte mi ha incoraggiato ad esprimere la mia individualità.
I critici d'arte non ti hanno mai definita per genere o stile. Sembri sempre sorprenderli con un lavoro nuovo e inaspettato. Come ti definiresti come artista?
Semplicemente Artista.
Quali nuovi orizzonti prevedi per il tuo lavoro?
Ogni giorno è un nuovo orizzonte, lavorare ad un progetto richiede studio ricerca riflessione e sperimentazione, non esiste un tempo ma portare a compimento ciò in cui si crede e ricominciare.
Cosa ti ha spinto a scrivere il libro “Ella"?
L’esigenza di condividere una parte di me che mai nessuno avrebbe potuto conoscere né attraverso un’analisi psicologica né descrivendo eventi cronologici della mia vita perché estremamente intima.
Perché una biografia velata?
Il Velo è un misterioso elemento che rende accessibile l’invisibile dal visibile poiché ne sfuma i contorni e sdrammatizza le verità celate.
Gli elementi del libro sono reali o romanzati?
Il Libro Ella si pone esattamente al centro, filtrando il reale troppo ingombrante anche per me, con un risultato romanzato.
Chi erano alcuni dei Maestri spirituali che hanno guidato il tuo cammino?
Riconosco nella mia vita il privilegio di aver incontrato molti Maestri Spirituali sin dall’infanzia come San Padre Pio che era addirittura il padre spirituale di mio padre, incontrandolo spesso. Ho avuto l’onore di poter conversare con anime elette conosciute come Gustavo Rol, Madre Teresa di Calcutta, Il Dalai Lama. Il mio Maestro spirituale è Sri Sathya Sai Baba incontrato in India per 30 anni. Ho avuto l'onore di pregare con Monsignor Milingo, Swami Roberto e moltissimi altri meno noti.
Ognuno di loro ha piantato nella mia anima un seme rendendola con il trascorrere del “mio tempo” un giardino profumato.
Cosa speri che i lettori imparino o portino via da questo libro?
Ciò che ognuno è pronto a ricevere in maniera consapevole o inconsapevole che sia.
In che modo pensi che il tuo libro potrebbe influenzare la spiritualità del nostro tempo?
Dopo il Coronavirus nulla sarà più come prima, questo è il tempo della Nuova Alleanza con Dio e il mio libro è solo una delle tante candele accese nel Tempio del Rinnovamento.
In questo libro, fornisci nuove intuizioni su importanti insegnamenti dei Vangeli e dei Vangeli gnostici. Quali sono le implicazioni per il cristianesimo e per i cercatori di Dio?
Ella è stato scritto da me e da un esperto in questioni filosofiche e teologiche, io ho soltanto risposto su questioni che lui ritiene irrisolte. È a lui che dovete chiedere riguardo il Cristianesimo e i Vangeli. Per i cercatori di Dio tutto è più semplice poiché ad un cuore puro e ad una mente attenta nulla sfugge.
Quando hai scoperto per la prima volta i tuoi doni paranormali e questa tua preponderante identità spirituale?
Non c’è stato un inizio ma un susseguirsi da sempre e talvolta di scomode conferme.
Perché condividi il tuo libro con i lettori interessati online prima che venga pubblicato ufficialmente?
Perché mai come in questo momento ognuno di noi cerca di dare sostegno agli altri con i propri mezzi e nel momento in cui si prende una decisione quello è il momento perfetto per chi crede in un piano divino.
Qual è il prossimo passo per questo progetto?
Il progetto prevede oltre alla pubblicazione del libro, al momento tradotto in quattro lingue, la possibilità che possa esserci un produttore interessato a fare di ELLA un film, avendone scritto anche la sceneggiatura.
Stai lavorando anche ad altri progetti?
Ho in programma la pubblicazione di una serie di racconti iniziatici per fanciulli dal titolo “Favole Nascoste” e la preparazione di una mostra personale per Novembre 2020.
Qual è il ruolo di Maria Maddalena nel nostro tempo?
Il Ruolo proprio di ogni donna e madre di tutti i tempi.
Dal tuo punto di vista, e in relazione a ciò che sta accadendo nel mondo in questo momento, qual è il tuo pensiero sul futuro dell’umanità?
Il Divino ci ha colti di sorpresa malgrado tutti fossimo a conoscenza della fine dei tempi, ma nonostante il terribile momento la Misericordia di Dio ha mitigato le previsioni di veggenti e santi e la salvezza del pianeta ha avuto il sopravvento sulle nefandezze umane. Avendo ad oggi l’uomo compiuto il più grande peccato, quello della presunzione, credo che i nostri figli possano ricominciare a sperare per i loro figli un mondo migliore in cui il rispetto e la salvaguardia della Terra avrà la priorità.
Aprile 2020
Il Misticismo di "Ella e L'Albero di Mira"
Intervista Esclusiva
con l' Artista e Scrittrice Raffaella Corcione Sandoval
L’Idea Magazine 2020
di Tiziano Thomas Dossena
Nata nel 1951 a Caracas, Venezuela, Raffaella Corcione Sandoval oggi vive e lavora a Roma. È Accademico con Medaglia d’Oro dell’Accademia Italia delle Arti delle Lettere e delle Scienze (1979), Accademico della Pontificia Accademia Tiberina di Roma (2009) e Membro Honoris Causa dell’Accademia Arsgravis Arte y Simbolismo di Barcellona (2010). Ha frequentato il triennio di specializzazione teologica presso la Facoltà di Teologia dei Gesuiti a Napoli (1985/7) e ha visitato per trent’anni l’India approfondendo il pensiero filosofico Buddista e Induista. Ha inoltre conseguito la qualifica di Stilista all’Accademia della Moda di Roma (1987). Pittrice, scultrice e designer nota a livello nazionale e internazionale, ha esposto in Svizzera, Stati Uniti, Germania, Spagna, Cina, Arabia; ha tenuto inoltre numerose mostre in ogni parte d’Italia in diverse gallerie e musei. Si è imposta al grande pubblico sulla scena dell’arte contemporanea nel 2005 con la sua scultura “Sindone Partenopea” (calco in gesso e tessuto cristallizzato – tecnica di sua invenzione), esposta anche nel corso della grande Mostra “Il Velo” al Filatoio di Caraglio (Torino, 2006/7). Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. Nel 2020 pubblica il suo primo libro scritto con Theodore J. Nottingham dal titolo “Ella e l’Albero di Mira”, tradotto in quattro lingue; è autrice inoltre di una raccolta di sei racconti illustrati per fanciulli dal titolo “Favole Nascoste”, anch’essa tradotta in quattro lingue.
L’Idea Magazine: Lei è nata nel Venezuela ma è venuta da bambina in Italia. Quale fu la ragione di questo spostamento radicale per la Sua famiglia?
Raffaella Corcione Sandoval:
Sono nata a Caracas dove ho vissuto fino all’età di cinque anni; ricordo chiaramente il giorno in cui mio padre prese la drastica decisione di trasferirsi in Italia con tutta la famiglia. Eravamo sul balcone dell’appartamento in cui abitavamo, nell’ultimo edificio da lui costruito: La Galleria Bolivar, due grandi torri comunicanti, tra le prime all’epoca, nel centro di Caracas, a Savana Grande.
Passarono a bassa quota una serie di aerei militari, ricordo il rumore assordante e lo spavento di tutti. Segnavano l’inizio della rivoluzione politica capeggiata da Perez Jimenez, che spodestava il presidente in carica Romulo Gallegos.
L’Idea Magazine: Suo padre diventò ben presto molto conosciuto per il suo rapporto con la Squadra calcistica del Napoli. Quanto la influenzò nelle Sue scelte la notorietà di allora della Sua famiglia?[parli pure del Suo tutore e dei vari rapporti amichevoli se vuole]
Raffaella Corcione Sandoval:
Era il 1968 quando mio padre ci ha lasciati; aveva solo 48 anni ed io ero una quindicenne che nonostante vivesse in una torre dorata, sentiva fortemente il cambiamento radicale che stavano portando i giovani nella società. Mi sentivo una hippy ribelle costretta ad andare alla prestigiosa scuola del Sacro Cuore, con l’autista di famiglia, al quale chiedevo di raccattare quante più amiche possibili lungo il percorso.
Mio padre, seppur acclamato e stimato da tutti, pupillo del Senatore Achille Lauro, purtroppo non fece in tempo a godere della meritata posizione di prestigio raggiunta, quale Presidente della sua amata squadra del Napoli. Mio fratello Giovanni ha scritto un libro che uscirà a breve, dove racconta tutto quello che merita di essere conosciuto su di lui.
Papà non poté fermare il mio sogno d’artista e neppure O’Comandante, divenuto in seguito mio tutore e punto di riferimento della mia famiglia.
L’Idea Magazine: Fino al liceo, ebbe una educazione religiosa ma alla fine scelse l’arte, studiando al liceo artistico. Come mai?
Raffaella Corcione Sandoval:
Quando manifestai in famiglia, dopo la morte di papà, il desiderio di passare al liceo artistico, avendo frequentato le elementari all’Istituto Nazareth, le medie a Maria Ausiliatrice e all’Istituto Santa Dorotea, e da un paio d’anni all’Istituto Sacro Cuore, mia madre si sentì disperata. Interpellato il Comandante Lauro, fu molto severo con me e mi disse molto chiaramente che avrebbe fatto valutare “spietatamente” i miei quadri dall’esperto che allora scriveva di Arte e Cultura sul suo giornale “Il Roma” e che con mia madre avrebbero deciso di conseguenza.
Eravamo tutti in salone, in silenzio, mentre Gino Grassi passava davanti alle mie tele, osservandole con attenzione quando annuì e disse: “Si, in lei c’è un’artista!” Io piansi di gioia, ma forse loro no.
L’Idea Magazine: Il percorso di un artista è molto spesso difficoltoso per arrivare ad essere riconosciuto. Quando il successo arriva, però, tutto può cambiare. Quale fu il Suo punto in cui si sentì ‘arrivata’? Essere riconosciuta come artista ha influenzato in qualche modo la Sua arte prodotta in seguito?
Raffaella Corcione Sandoval:
Personalmente penso che un artista non debba mai sentirsi arrivato, c’è sempre così tanto da fare per migliorare sé stessi e trasferirlo in ciò che crea. Essere arrivati non vuol dire vendere ad alte cifre il proprio lavoro ma essere un mezzo di ispirazione per chi si pone domande esistenziali e cerca le risposte che cambiano la visione di noi stessi e della vita. Credo in qualche modo di esserci riuscita. Nel mio percorso di artista indipendente, mi ha guidato porre molta attenzione alle parole e alle reazioni dei critici. Ci sono quelli che amo e stimo di più, non perché famosi, ma perché sono grandi conoscitori dell’arte, guide ed ispirazione, e hanno segnato tappe fondamentali, verso cui nutro una profonda gratitudine. Un ricordo indelebile è quando Achille Bonito Oliva mi disse: “Tu hai tecnica, eleganza e maestria, ti vedo esporre in grandi spazi da sola, come amazzone dell’arte contemporanea italiana”. Gli chiesi di scrivere anche solo questa frase per me, ma mi spiegò il perché non poteva farlo e me è bastato ugualmente averlo sentito, senza mai dimenticarlo.
Un altro momento significativo di conferma fu quando Vittorio Sgarbi, che all’epoca abitava a Roma, in Via Santa Maria Dell’Anima, mi chiese di mostrare a lui e ad alcuni suoi ospiti, miei dipinti su cotone “Le Pezze dell’Anima”, e alla fine mi chiese: “Posso averne una? È firmata?” Scelse “Gioia -Dolore” ma in verità gliele avrei donate tutte, tanta fu la mia felicità e l’onore.
Il momento in cui mi sono invece sentita riconosciuta è stato nel 2005 alla fine della conferenza stampa di presentazione della mia mostra istituzionale, con 27 giornalisti, in cui ho esposto la scultura “Sindone Partenopea”. Il curatore della mostra, il grande antiquario scrittore e critico Marco Fabio Apolloni, davanti al Sovrintendente Arch. Giuseppe Zampino, (un diamante nel mondo dell’arte che purtroppo ci ha lasciati troppo presto e che non dimenticherò mai) baciandomi la mano disse: “Congratulazioni, Maestro!”.
Il mio impegno si intensifica con il trascorrere del tempo nel desiderio di dare il meglio di me attraverso la mia arte poliedrica, augurandomi di poterlo fare fino alla fine dei miei giorni.
L’Idea Magazine: Come artista visiva, Lei ha esposto in molte nazioni. Quale fu la mostra che la soddisfò di più e perché? Ed il premio più ambito da Lei ricevuto?
Raffaella Corcione Sandoval:
La mia mostra personale a New York, nel 2004, alla galleria di Abraham Lubelski, publisher di New York Art Magazine, è certamente stata tra le più soddisfacenti; presentai “Danza Cosmica” che ebbe un eccellente riscontro, tanto da programmare con Lubelski un periodo di presentazione del mio lavoro, nel mondo dell’Arte Newyorkese, attraverso i media e stampa, per approdare infine al Museo MoMa. Purtroppo i costi erano troppo alti per me all’epoca, quale artista indipendente e ho dovuto rinunciare, portando con me la soddisfazione di sentirmi un’artista internazionale. Questo è un sogno ancora da realizzare, quello di portare al Moma di New York le mie opere. Tutti i premi che ricevo con grande umiltà, sono per me un riconoscimento ambito e gratificante, ma la qualifica di mamma è senza dubbio il premio più esaltante, perché considero le mie figlie due autentici Capolavori.
La più grande, Cristina, è oramai una cittadina americana, vive da molti anni in California, dopo aver lavorato per un lungo periodo alla PIXAR, oggi ha scelto l’arte come professione ed è titolare di una Galleria “Dragonfly Gallery” in procinto di decollare; lei è il mio referente per gli USA. Ha il compito di lanciare nuovi talenti internazionali nel mercato dell’arte, realizzando così un altro mio sogno, quello di fare in modo che i giovani artisti non debbano scendere a compromessi per realizzarsi, ma solo per meritato talento.
La seconda, Alessia, è un avvocato esperto di diritto d’autore e dello spettacolo, che vanta anni di esperienza nella contrattualistica cinematografica italiana e internazionale, lavora a Roma e tutela la sua mamma.
L’Idea Magazine: Nonostante la Sua passione per l’arte, Lei ha anche frequentato, negli anni ottanta, il triennio di specializzazione teologica presso la Facoltà di Teologia dei Gesuiti a Napoli, e devo dedurre che il Suo interesse per la spiritualità non è casuale. Da che cosa è nato?
Raffaella Corcione Sandoval:
Ognuno di noi nasce con un’indole ben precisa e una predisposizione che si evince sin dalla nascita.
La mia infanzia è stata caratterizzata da episodi così detti “paranormali” che sono sfociati nell’adolescenza, alla preveggenza, attraverso il mondo onirico dei sogni.
La mia indole è mistica, non bigotta o espressa e vissuta con fanatismo, ma estatica, allegra e libera.
Sono cresciuta in una famiglia cattolica praticante, devota e vicina a Padre Pio, mi sono sposata con il rito ortodosso, e ho cominciato a praticare il Kriya Yoga da molto giovane. Nel corso dei miei viaggi in India ho incontrato il mio Maestro Sri Sathya Sai Baba e conosciuto il Dalai Lama davanti al quale ho fatto il giuramento del bodhisattva. Ho da sempre provato un grande interesse nel voler approfondire le religioni orientali, ma mi sono detta che sarei dovuta partire da quella con cui sono stata battezzata, conoscerla a fondo per poi espandere la mia ricerca. Ne ho parlato con il mio padre spirituale, oggi vescovo, che all’epoca insegnava alla facoltà Teologica dei Gesuiti, in Via Petrarca a Napoli, di fianco a casa mia. Mi ha permesso di frequentare la facoltà nel triennio di specializzazione, ero da sola con una trentina di futuri parroci, nel periodo più difficile della mia vita.
L’Idea Magazine: Possiamo quindi dedurre che i Suoi molteplici viaggi in India siano legati a questa Sua continua ricerca nel mondo della filosofia e spiritualità. Cosa ha studiato in particolare in India?
Raffaella Corcione Sandoval:
L’India è un posto magico da cui non si torna uguali neppure dopo un viaggio per turismo.
Ho avuto il privilegio di essere un fedele discepolo diretto di Swami Sai Baba, che ho visitato per 30 anni fino a quando nel 2010 ha lasciato il corpo. Egli nel 1990 mi ha concesso di fondare a Napoli il primo Centro Sai Baba e come Presidente, guidare e portare a tutti il suo insegnamento. In India ho imparato a conoscere e a riconoscere me stessa, aprendo un varco di comunicazione diretta tra me e Dio.
L’Idea Magazine: Oltre all’aspetto artistico e spirituale, Lei ha persino ottenuto la qualifica di Stilista all’Accademia della Moda di Roma, diventando una designer nota a livello nazionale e internazionale. In questa sua poliedricità creativa, qual è il rapporto tra queste varie scelte di vita, cioè quanta influenza ha la spiritualità sulla Sua Arte e sulla funzione di designer, e quanta influenza ha l’artista che ha dentro di sè sulla funzione di designer e sulla Sua spiritualità.
Raffaella Corcione Sandoval:
Viviamo nella più straordinaria opera d’Arte che esiste: la Terra. Siamo circondati dalla perfezione del creato e dalla geometria sacra che ci rivela l’armonia e la bellezza delle forme, dei suoni e dei colori, ispirandoci continuamente.
La legge di analogia e corrispondenza del grande Ermete Trismegisto dice “Come in alto in basso” e il Maestro contemporaneo, il grande Gustavo Rol, che ho avuto l’onore di incontrare nel corso di un viaggio in India, ricevendo direttamente da lui alcuni suoi insegnamenti diceva: “Noi siamo espressione dello Spirito Intelligente”, dunque non è possibile scindere l’arte dalla spiritualità, una mente creativa non ha limiti.
Nel presentare una mia scultura, “Sindone Partenopea”, ho detto: “Conoscere la propria gamma cromatica emotiva rende talvolta insopportabile la consapevolezza della conoscenza, che essendo propria non ammette alibi” ed è questo che determina il tratto individuale di un artista quale segno significante nelle sue creazioni, siano essi disegni di moda, sculture o pitture.
L’Idea Magazine: Il Suo libro, “Ella e l’Albero di Mira”, è un’opera biografica. Di che cosa tratta?
Raffaella Corcione Sandoval:
È una biografia velata e romanzata, dove ho raccontato cose di me che non avrei potuto dire altrimenti, perché fuori dal tempo e dalla comprensione dei molti, cose che nessuno mai avrebbe conosciuto.
Come naso, creatrice di essenze profumate, ho sentito l’esigenza di lasciare “metaforicamente” la scia del mio profumo-opera creato nel 2005, dal titolo “Athanor” attraverso il libro “Ella e l’Albero di Mira”, nel nostro fugace passaggio al mondo.
L’Idea Magazine: Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro? Come ha incontrato Theodore J. Nottingham e cosa vi ha convinti a collaborare al libro?
Raffaella Corcione Sandoval:
A seguito di un sogno, dove mi veniva indicato dove trovare la persona che mi avrebbe aiutata a confermare intuizioni sulla mia realtà interiore, è nata una relazione di grande stima e rispetto. Seppur oltre oceano, con l’aiuto della tecnologia a distanza, siamo giunti al punto di decidere di collaborare alla stesura delle pagine mancanti del Vangelo di Maria Maddalena, e di chiarire una serie di quesiti teologici secondo lui irrisolti. Attraverso una lunga serie di domande da lui concepite alle quali io ho risposto di getto secondo il mio intuito, creando in seguito la trama e descrivendo episodi della mia vita attuale, adattandoli alla storia. È stato un bellissimo lavoro letterario e spirituale che ci ha gratificati, perché ha dato ad ognuno di noi le risposte di cui avevamo bisogno e la gioia di poter condividere il risultato finale in un momento come quello attuale così difficile per tutta l’umanità.
L’Idea Magazine: È anche in fase di ultimazione una Sua raccolta di sei racconti illustrati per fanciulli dal titolo “Favole Nascoste”. Può spiegare ai nostri lettori la tematica dei racconti e cosa l’ha indotta a scrivere storie per bambini?
Raffaella Corcione Sandoval:
Le mie nonne sono state i miei primi maestri, fondamentali per la mia vita e non passa giorno che io non senta i loro preziosi insegnamenti manifestarsi nelle più svariate situazioni.
Sono diventata nonna da pochi anni e il pensiero di non fare in tempo a trasmettere alle mie nipoti le mie risposte sul senso della vita e le radici delle nostre tradizioni familiari e dei valori umani fondamentali, come quello dell’amore incondizionato, mi ha suggerito di scrivere ed illustrare la collana dei sei racconti nelle “Favole Nascoste”. Di recente ho finito di scrivere e illustrare una nuova favola dal titolo “Nulla è Andato Perduto: L’Arte Salverà il Mondo” dedicata all’introduzione dei fanciulli all’arte e ambientata al Museo Louvre.
Le “Favole Nascoste” parlano di Fratellanza, di Cooperazione, di Coraggio, di Riconciliazione, di Conoscenza ed infine di Procreazione, vogliono essere un’alba luminosa su un infinito futuro che noi possiamo solo immaginare, verso cui abbiamo il dovere di indirizzare i fanciulli, vero patrimonio terrestre.
L’Idea Magazine: Oltre ad essere stilista, designer, pittrice e scultrice è anche scrittrice adesso. Altri programmi in corso? Mostre? Sogni nel cassetto?
Raffaella Corcione Sandoval:
Chiuderò quest’anno con la mostra personale “Infinitamente Piccolo, Infinitamente Grande” nella Galleria Italia di Parma, Capitale Europea della Cultura 2020.
Contemporaneamente, sempre a Parma, nello spazio istituzionale “La Casa della Musica” ci sarà la mia personale “Orizzonte degli Eventi”, quattro grandi tele citate anche nel libro “Ella e l’Albero di Mira”. Covid permettendo.
Con una carissima amica stiamo lavorando ad un progetto stilistico, un nuovo Brand, che ho tirato fuori dal cassetto e che ci auguriamo di riuscire a presentare ad Alta Roma la prossima Primavera /Estate.
Ma il sogno più coinvolgente al momento è quello di veder diventare “Ella e l’Albero di Mira” un Film, di cui esiste una sceneggiatura e una colonna sonora, “Il Tema di Ella”, creato da un bravissimo amico compositore.
L’Idea Magazine: Se Lei potesse incontrare e parlare con un qualsiasi personaggio del presente o del passato, chi sarebbe e cosa chiederebbe?
Raffaella Corcione Sandoval:
Se fisso i miei occhi in uno specchio, sento di essere in contatto con un personaggio fuori dal tempo che mi guida, mi consola, mi sprona e mi ispira: Joshua.
Attraverso la scrittura automatica ne ricevo i messaggi, ma talvolta anche da esseri celesti, e chissà potrei decidere di condividerli un giorno attraverso un nuovo libro, solo se sentirò che avrà un senso globale e un momento giusto per farlo.
Per quanto riguarda chiedere qualcosa, mi guida una frase che mi disse Sai Baba nel corso di una intervista: “Se chiederai l’amore di Dio avrai tutto il resto di conseguenza”.
L’Idea Magazine: In questi tristi momenti di isolamento, qurantena e stress, quale funzione vede nella persona dell’artista e dello scrittore?
Raffaella Corcione Sandoval:
L’artista e lo scrittore, come il musicista e il creativo in generale, devono essere una fiaccola che illumina il percorso di chi ha paura del futuro e dimostrare che l’isolamento è in realtà una opportunità di introspezione, crescita e trasformazione attraverso la bellezza dell’arte che è in ognuno di noi, e si manifesta in tutte le sue espressioni.
L’Idea Magazine: Un messaggio per i nostri lettori?
Raffaella Corcione Sandoval:
Sempre e nonostante tutto guardare alla vita come il dono più importante che ci sia stato fatto! A questo proposito Madre Teresa di Calcutta ha scritto una preghiera universale “Inno alla vita” di cui cito solo qualche rigo:
La vita è un’opportunità, coglila
La vita è una sfida, affrontala
La vita è un mistero, scoprilo
La vita è un’avventura, rischiala
La vita è la vita, difendila
Novembre 2020
Intervista con
Raffaella Corcione Sandoval
per ItsLiquid.com
da Luca Curci
-Che cos’e l’arte per te?
L’arte e una manifestazione tangibile dell’Assoluto il cui approccio ci eleva ad uno stadio di purezza della propria individualità dalla bellezza incontaminata, altrimenti inaccessibile, con il privilegio di viverne l’esperienza diretta e indiretta.
-Quale argomento stai lavorando?
Attualmente il mio lavoro di ricerca espressiva volge lo sguardo al profondo dell’inconscio da cui riemergono memorie primarie prive di sovrastrutture e contaminazioni per essere riportate alla luce nella loro disarmante spontaneità.
-Dove trovi la tua inspirazione?
Dalla frase: “Ho Creato Me Stesso Da Me Stesso Per Conoscermi.”
La mente lascia delineare figure che si fondono ad emozioni per creare immagini fantasiose e scenari surreali.
-Qual e la parte più stimolante della creazione delle tue opere?
L’attimo in cui le mie emozioni e le mie analisi si canalizzano e concretizzano attraversando le mie mani per arrivare alla tela o scultura.
Come i petali di un mandorlo in fiore cullati dalla soave brezza della primavera il colore disegna nell’aria poetiche storie prima di posarsi dolcemente sulla vergine tela, suscitando in me stupore e incanto!
-Come si fa ad essere artista oggi?
Un artista, le cui opere sono il risultato della sua autentica unicità, sarà da esse rappresentato e ne determineranno il suo percorso a tutti i livelli.
-Qual e il messaggio collegato all’opera che hai mostrato in questa mostra? In che modo e collegato al tema dell’intero festival?
“Padre – Madre, Spirito-Materia, Creazione-Genetica”: (I nostri corpi fisici sono come note musicali, nella cui forma geometrica c'è l'informazione, nell'armonia delle dimensioni l'ordine dei ritmi: la musica.)
Questo il titolo dell’opera da me creata nel 2003 in occasione della terza tappa espositiva intitolata “DiaLogos -La Danza Cosmica” del complessivo progetto espositivo il cui fine è stato quello di rappresentare l’Armonia tra gli opposti attraverso il loro dialogo. L’intero Progetto “DiaLogos” è nato dopo il tragico evento delle Torri Gemelle di New York, ed è composto da 11 Eventi di cui al momento ne sono stati realizzati 5.
-Siete d'accordo con la nostra visione dell'arte e cosa pensate del tema del festival?
La mia arte da sempre è stata esattamente in tema con la vostra visione e con l’intero festival.
Ho sempre pensato che la nascita di una nuova visione dell'universo inizia con una nuova visione di noi.
L'insieme dei pensieri forma la mente creativa che genera la forma.
Ci sono due tipi di mente, la mente planetaria e la mente cosmica, che è l'informazione Universale.
Nella Mente Planetaria ci sono le leggi fisiche, la Geostoria, gli eventi e anche i progetti terrestri, ma non le informazioni della nostra origine stellare, né la consapevolezza per me fondamentale di essere tutti UNO.
Ognuno è libero di passare istantaneamente da una logica all'altra. Questa è l'alchimia mentale, il matrimonio interiore tra il Padre maschio e la Madre femmina. Tra Corpo e Anima.
-Cosa pensate della Piattaforma ITSLIQUID?
L’ apparente sregolatezza di un artista, la cui introspezione esige una totale lealtà, lo porta talvolta ad isolarsi dalla mondanità. Nella presentazione della mia opera scultorea in calco di gesso e tessuto di raso cristallizzato dal titolo “La Sindone Partenopea” del 2005 ho detto:
“Conoscere la propria gamma cromatica emotiva, in alcuni casi, rende insopportabile la consapevolezza della conoscenza che essendo propria non ammette alibi”
Ecco che, nel mio caso, la Piattaforma Itsliquid funge da isola sulla quale rifugiarmi e approdare per condividere di volta in volta il prodotto nato da un’estenuante ricerca interiore della perfezione, attraverso la semiotica dell’arte.
-Vi piace collaborare con noi?
Sono molto felice di poter collaborare con voi, un gruppo di amanti della vita e dei suoi misteri, espressi attraverso la molteplicità di varie forme d’arte e di sintesi estetica.
-Puoi suggerire una collaborazione con noi?
Mi auguro di poter intensificare la mia collaborazione e di instaurare nel tempo una costante presenza all’interno della piattaforma e di conseguenza attraverso i vostri servizi, a livello internazionale.
Ottobre 2020
Le Grandi Interviste
con Raffaella Corcione Sandoval
di Agata Scaldaferri
Raffaella Corcione Sandoval artista internazionale poliedrica, che ama definirsi prima di tutto madre, nonna e amica. Sei nata a Caracas con origini Lucane, ti senti più Venezuelana o più Italiana?
Per molti anni ho sentito fortemente questa doppia identità emergere in opposizione al luogo in cui mi trovavo. A Caracas mi sentivo italiana, a Napoli venezuelana. Dopo 30 anni di viaggi in India e una figlia che vive in California oggi mi sento totalmente cittadina del mondo.
Tuo padre era di Padula dove sorge la maestosa Certosa di San Lorenzo. Monumento Unesco e vanto per noi italiani. Cosa rappresenta per te questo Monastero Certosino?
Ho passato lunghi periodi di vacanze della mia infanzia e adolescenza a Padula, per me “La Certosa” è casa, negli anni 60/70 era accessibile a tutti, è stata per prima parco giochi, poi crescendo ritrovo per gli amici di sempre a Pasquetta, teatro per suonare, cantare e sognare, ispirazione per l’anima e nel 2014 con immensa emozione “Museo” in cui ho tenuto la mia mostra personale “La Maddalena di Proust”.
Se tuo padre, Presidente della Società Sportiva Calcio Napoli nel 1968 anno in cui morì, ai tempi dei mitici Omar Sivori e José Altafini, non fosse morto in così giovane età, quando tu avevi solo 15 anni, pensi che saresti in ogni caso diventata un’artista?
Quando manifestai a mio padre di voler frequentare il liceo artistico, dopo essere stata dalle elementari alle medie in Istituti religiosi, fu un grande scandalo, papà morì in pieno ’68, non ebbe il tempo di fermarmi.
In seguito Il Comandante Achille Lauro, mio tutore, dopo essersi consultato con il critico Gino Grassi, Consulente d’Arte del suo giornale IL ROMA, appoggiò il mio talento.
Quando ti sei sentita riconosciuta dai critici e dai collezionisti come artista affermata e a quale corrente senti di appartenere?
È stato nel 2005, alla fine della Conferenza Stampa a cui hanno partecipato 27 giornalisti e dirigenti culturali, tenutasi alla Soprintendenza di Salerno, dove ho presentato la mia scultura “Sindone Partenopea” esposta a San Pietro a Corte. Il curatore della mostra, storico dell’arte, antiquario e scrittore Marco Fabio Apolloni mi ha baciato la mano dicendo: “Congratulazioni Maestro!”
Come artista indipendente la corrente a cui appartengo è quella della “Creatività”.
La spiritualità è centrale nella tua arte. Perché?
Sono nata in una famiglia cattolica, credente e praticante, ho conosciuto la Fede nella prima infanzia e attraverso lo studio, la ricerca e la pratica ho riconosciuto il Divino in ogni cosa, quale modo migliore per condividerlo?
A cosa stai lavorando adesso e quando terrai la tua prossima mostra personale?
Non avrei mai immaginato di diventare anche scrittrice, nel pieno della pandemia e quarantena ho pubblicato il mio primo libro: “Ella e L’Albero di Mira”, con la collaborazione dello scrittore e amico americano Ted Nottingham. Ho scritto una sceneggiatura del libro e sto lavorando allo sviluppo della versione cinematografica. È una sorta di autobiografia velata, come le mie opere, in cui ho avuto l’onore di avere la prefazione scritta dal Senatore Gianni Pittella, amico e fratello di pensiero e di cuore. In seguito alla recente nascita delle mie nipotine, la mia età mi ha imposto l’ideazione di una collana di sei piccoli libri “Le Favole Nascoste” con l’intento di trasferire loro e a tutti i bambini del mondo, attraverso l’UNICEF a cui andrà una parte dei proventi, le mie intuizioni e le mie risposte sul senso della vita e dell’Amore.
Non credi che sia arrivato il tempo per una retrospettiva?
La mia prossima mostra personale, inedita si terrà alla Galleria Italia di Parma, Capitale europea della cultura 2020, nel mese di novembre. Fino a che la ricerca e la sperimentazione stimoleranno la mia curiosità e creatività non sarò pronta alla retrospettiva.
Che consiglio daresti ai giovani artisti che hanno appena iniziato la loro carriera?
Di non cedere alle contaminazioni, ma scavare in sé stessi per far emergere la loro unicità.
Se sempre cosi allegra. Qual è il segreto della felicità per te?
L’Amore incondizionato.
Settembre 2020
Intervista A Raffaella Corcione Sandoval
Autrice dell’opera Ella e l’Albero di Mira
su Unfolding Roma
da Emanuele Gambino
Raffaella Corcione Sandoval (Caracas, 1951) è una pittrice, scultrice, scrittrice e stilista di moda che vive e lavora a Roma. Artista nota a livello nazionale e internazionale, ha esposto in Svizzera, Stati Uniti, Germania, Spagna, Cina, Arabia; ha tenuto inoltre numerose mostre in ogni parte d’Italia in diverse gallerie e musei. Si è imposta al grande pubblico sulla scena dell’arte contemporanea nel 2005 con la sua scultura “Sindone Partenopea” (calco in gesso e tessuto cristallizzato - tecnica di sua invenzione), esposta anche nel corso della grande Mostra “Il Velo” al Filatoio di Caraglio (Torino, 2006). Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. Nel 2020 pubblica il suo primo libro scritto con Theodore J. Nottingham dal titolo “Ella e l’Albero di Mira”, tradotto in quattro lingue; è inoltre autrice di una raccolta di sei racconti illustrati per fanciulli dal titolo “Favole Nascoste”, di cui una parte dei proventi sarà destinata all’UNICEF, anch’essa tradotta in quattro lingue.
«Quali sono i motivi che l’hanno spinta a scrivere la sua opera Ella e l’Albero di Mira?».
L’esigenza di lasciare la personale testimonianza del mio passaggio su questo pianeta, oltre che come artista, come anima individuale, attraverso il mio pensiero, in una narrazione letteraria. Mi auguro che questa condivisione possa essere d’ ispirazione per i veri ricercatori, raccontando cose di me estremamente intime, ma che per grandi linee, condivise nel corso della vita in maniera giocosa, con una ristretta cerchia di amici. Cose che non avrebbe mai nessuno potuto conoscere o scrivere altrimenti.
«Quali sono state le fonti di ispirazione per la scrittura del suo libro?».
La fonte ispiratrice è una sola, il mio grande amore per Joshua, poi la mia indole mistica, la mia ricerca, la mia introspezione hanno fatto il resto.
«Vorrebbe descriverci i personaggi di Ella e di Mira? Che cosa condividono, e in che modo lei si riflette in loro?».
Ella è una artista del ventesimo secolo e Mira una fanciulla della XVIII dinastia egizia, ma in realtà sono una sola anima eterna che si riconosce nel trascorrere del tempo terrestre di incarnazione in incarnazione. Personalmente credo nella reincarnazione e nella correlazione di tutte le cose esistenti che dimostrano la perfezione del creato.
«Vuole condividere con noi una citazione alla sua opera che le sta particolarmente a cuore?».
“Miriam capì presto che la sua presenza bilanciava la netta polarità maschile di lui con la sua polarità femminile. In questo modo, il divino si manifestava attraverso i rispettivi ruoli a loro assegnati nella forma per far proliferare l’amore incondizionato”
«Vuole raccontarci come è nato l’incontro con il ricercatore nel campo del risveglio spirituale Theodore J. Nottingham, co-autore dell’opera Ella e l’Albero di Mira?».
Ho fatto un sogno premonitore tre anni fa, come mi accade da tutta la vita, che ho puntualmente trascritto e che insieme agli altri saranno probabilmente pubblicati in un libro futuro. Nel sogno ho ricevuto precise indicazioni su dove trovare colui che mi avrebbe aiutata, confrontandomi per confermare le mie intuizioni, e portare a compimento la mia ricerca personale. Senza l’aiuto di internet sarebbe stato altrimenti impossibile. La nostra amicizia è basata su una grande stima e rispetto reciproco, vissuta a distanza fisica, con sentimenti profondi al di fuori dei requisiti terreni.
«Quali sono i suoi autori di riferimento? Ci sono opere che hanno cambiato il suo modo di vedere la vita?».
Naturalmente i Vangeli e i Testi Sacri delle varie religioni sono stati fondamentali nella mia vita per conoscermi, quanto la disciplina e la pratica. Il mondo è pieno di anime elette, di mistici, santi e filosofi, come di autori eccelsi che hanno il potere con le loro straordinarie opere letterarie di illuminare e guarire. Ci sono stati in ogni caso alcune opere che hanno risuonato fortemente nel mio cuore più di altre come “Il Vangelo di Maria Maddalena”, ” L’Imitazione di Cristo” o “L’Autobiografia di uno Yogi” di Yogananda ma fondamentale è stato il privilegio di aver conosciuto personalmente San Padre Pio, Madre Teresa e il Maestro indiano Sri Sathya Sai Baba che ho visitato per circa trenta anni.
Avevo in mente di contattare Alberto Rizzoli, di cui conoscevo il pensiero, perché era stato per lunghi anni il compagno di una delle mie più care amiche del periodo in cui ho vissuto a Milano, Elisabetta Mosconi, donna meravigliosa, molto sensibile colta e spirituale, che ci ha dolorosamente lasciati qualche anno fa, dopo una tenace lotta contro il male del secolo. La triste e inaspettata notizia che Alberto l’avesse raggiunta prematuramente mi ha molto turbata, rallentando le mie decisioni. Poi è sopraggiunto il traumatico evento della pandemia e della quarantena e ho sentito che fosse il momento giusto per confortare e dare il mio supporto agl’altri, condividendo una parte di me così intima, autonomamente.
Ottobre 2020
"Ella e l’Albero di Mira”, il consiglio della settimana di Nomi
Libri e Città
Libero Pensiero
Di cosa parla il suo romanzo Ella e l’Albero di Mira?
«Il mio romanzo parla di un’artista che realizza il suo traguardo con una esposizione personale al MoMa di New York. Contemporaneamente riceve, da uno scrittore e studioso di Testi Sacri, le conferme intime che attendeva da tutta la vita sulla sua reale identità spirituale. Ha contattato quest’uomo via internet, a causa di un sogno premonitore in cui le viene detto dove trovarlo. Egli vive dall’altra parte del mondo, lo incontra di persona inaspettatamente solo dopo due anni – al vernissage della sua mostra -, quando riceve da lui in dono un libro, frutto di ricerche, dove si riveleranno storie di vite precedenti».
Ci racconti della figura di Ella, la protagonista del romanzo?
«Ella è una donna che ama definirsi madre prima ancora che artista, e vive per le sue figlie. Sin dall’infanzia, ha esperienze mistiche e paranormali, inizialmente difficili da gestire, ma crescendo trova il modo di conviverci senza esserne turbata, rimanendo in contatto con la sua “Guida” attraverso i suoi occhi. La sua indole mistica e la sua creatività decidono il suo destino. Le sue opere, apprezzate dai critici e dai collezionisti, sono il risultato della sua fede che attraverso la ricerca interiore e artistica, hanno l’obbiettivo di portare il messaggio di Joshua nel mondo attraverso l’arte».
Ottobre 2020
Intervista a Raffaella Corcione Sandoval
Ella e l’Albero di Mira: avventura in cerca di misticismo e bellezza
Cose Belle Magazine
di Redazione
Di cosa parla Ella e l’Albero di Mira?
Il mio romanzo parla di un’artista che realizza il suo traguardo con una esposizione personale al MoMa di New York. Contemporaneamente riceve da uno scrittore e studioso di Testi Sacri, le conferme intime che attendeva da tutta la vita sulla sua reale identità spirituale. Ha contattato quest’uomo via internet, a causa di un sogno premonitore in cui le viene detto dove trovarlo. Egli vive dall’altra parte del mondo e lo incontra di persona inaspettatamente solo dopo due anni, al vernissage della sua mostra, in cui riceve da lui in dono un libro, frutto di ricerche, dove narra delle sue vite precedenti.
Chi è Ella, la protagonista del romanzo?
Ella è una donna che ama definirsi madre prima ancora che artista, e vive per le sue figlie. Sin dall’infanzia ha esperienze mistiche e paranormali, inizialmente difficili da gestire ma crescendo trova il modo di conviverci senza esserne turbata, rimanendo in contatto con la sua “Guida” attraverso i suoi occhi. La sua indole mistica e la sua creatività decidono il suo destino. Le sue opere, apprezzate dai critici e dai collezionisti, sono il risultato della sua fede che attraverso la ricerca interiore e artistica, hanno l’obbiettivo di portare il messaggio di Joshua nel mondo attraverso l’arte.
Dalla biografia scorgo che sei anche pittrice, scultrice e stilista di moda. Tutte queste attività collaterali hanno influenzato ed ampliato il tuo stile di scrittura?
Dico spesso che artisti si nasce, perché il vero artista sceglie da subito di Essere e non di Avere. La vera ricerca interiore, combinata al dono del talento creativo, si manifestano spontaneamente in ogni pensiero parola o azione. Questo rende la realizzazione di opere pittoriche, fotografiche, sculture, disegni di abiti o scritti un atto naturale e coerente.
Chi ha influenzato maggiormente il tuo book-writing?
Nel corso della mia vita ci sono stati così tanti i maestri dell’arte letteraria di vario genere, nazionalità, stili e tematiche che non saprei da dove cominciare, poiché ognuno è stato un motivo di ispirazione. La mia continua inarrestabile ricerca mi ha portata a spaziare in lungo e in largo nel panorama culturale internazionale. Posso però citarne due che ho nel cuore per averli conosciuti personalmente. Uno è stato Umberto Eco con la sua semiotica dell’arte e l’altro è Miro Silvera amico amato, punto di riferimento del mio periodo milanese.
Cosa ha significato per te scrivere un romanzo così intenso e profondo?
Realizzare un progetto che covava in me da diversi anni ma che mai e poi mai avrei immaginato di portare a compimento, poiché richiedeva una serie di circostanze non programmabili e il coraggio di denudarsi.
Il prossimo 14 Novembre verrà inaugurata a Parma la tua mostra personale dal titolo “Orizzonte degli Eventi”, che è citata anche all’interno di Ella e l’Albero di Mira. Possiamo avere un’anticipazione al riguardo?
La mostra che presenterò a Parma non sarà più “Orizzonte degli Eventi” che avrebbe dovuto presentare Philippe Daverio. Purtroppo il grande critico ci ha lasciati prematuramente e non me la sono sentita di esporre le quattro. grandi tele che la compongono, ma sostituirle con una serie di nuove opere inedite dal titolo “Infinitamente Piccolo Infinitamente Grande”.
Chi è Raffaella Corcione Sandoval nel tempo libero?
Il mio tempo libero è quello che mi vede in veste di mamma, nonna e amica. Non amo la mondanità e i miei interessi sono così tanti che la mia giornata inizia alle cinque del mattino e finisce verso mezzanotte e talvolta non mi basta. All’ideazione di nuovi progetti, per la sperimentazione e creazione di nuove opere, dedico i miei sogni durante la notte.
Ho saputo che stai preparando una raccolta di racconti. Di cosa parlerà Favole nascoste e per quando è prevista la pubblicazione?
“Favole Nascoste” è una collana di sei storie illustrate da me, dedicate ai fanciulli, ispirate dalla nascita delle mie nipotine alle quali volevo assicurarmi di trasferire nel corso della loro crescita i miei valori umani. Una parte del ricavato sarà devoluto all’Unicef o ad una associazione che si occupa di bambini in difficoltà, unico e vero patrimonio terrestre. Spero di riuscire a pubblicarle prima di Natale.
Raffaella Corcione Sandoval è nata a Caracas, Venezuela, nel 1951 e vive a Roma. Pittrice, scultrice, scrittrice e stilista di moda, ha frequentato il triennio di specializzazione teologica presso la Facoltà di Teologia dei Gesuiti a Napoli (1985) e ha visitato per trent’anni l’India approfondendo il pensiero filosofico Buddista e Induista. Si è imposta al grande pubblico sulla scena dell’arte contemporanea nel 2005 con la sua scultura “Sindone Partenopea” (calco in gesso e tessuto cristallizzato – tecnica di sua invenzione), esposta anche nel corso della grande Mostra “Il Velo” al Filatoio di Caraglio (Torino, 2006). Nel 2020 pubblica il suo primo libro scritto con il ricercatore Theodore J. Nottingham dal titolo “Ella e l’Albero di Mira”, tradotto in quattro lingue; è inoltre autrice di una raccolta di sei racconti illustrati per fanciulli dal titolo “Favole Nascoste”, di cui una parte dei proventi sarà destinata all’UNICEF, anch’essa tradotta in quattro lingue.
Novembre 2020
Ella e L’Albero di Mira:
la storia di un amore che viaggia attraverso le esistenze passate
Wondernet Magazine
by Redazione
Il libro di Raffaella Corcione Sandoval e Theodore J. Nottingham, Ella e L’Albero di Mira, non è il classico romanzo di spiritualità, ma è un libro intenso, in qualche modo autobiografico e a tratti misterioso.
Scrive Gianni Pittella nella prefazione Ella e L’Albero di Mira: «Ella, infatti, non è un semplice romanzo ma un affresco potente che intreccia la biografia dell’autrice e l’incontro “magico” con lo studioso americano Nottingham, co-autore dell’opera letteraria».
Ella e L’Albero di Mira, gli autori
Prima di parlare del libro, cerchiamo di conoscere meglio gli autori. Raffaella Corcione Sandoval è un’artista italo-venezuelana, che nelle sue opere esprime una filosofia metafisica e una profondità spirituale fuori dal comune. Theodore J. Nottingham è invece un traduttore americano, autore di opere appartenenti al genere spirituale.
Questo libro è la sintesi di un incontro e come scrive sempre Pittella è «un combinato che lungi dall’essere un potpourri, risulta coerente nell’indagine filosofica e spirituale poiché tenta con successo di riportare ad unità la molteplicità, a governare il sincretismo riconducendone il kaosa kosmos, attraverso un filo rosso di sapienza esoterica».
La sinossi del libro
Al centro della vicenda c’è una brillante artista che sta per coronare la sua carriera con una importante mostra al MoMA di New York. Mentre è nel suo camerino, in attesa che abbia inizio l’inaugurazione, riflette su sé stessa, sulla propria vita, girandosi tra le mani un antico amuleto egizio, uno scarabeo. Nel frattempo, un uomo sta arrivando da lei per consegnarle un misterioso libro. Quando la donna lo avrà tra le mani, il lettore inizierà con lei un viaggio spirituale ed esoterico in un tempo passato, nella Gerusalemme del primo secolo. Questo espediente narrativo serve ai due autori per porre l’attenzione proprio su un aspetto che è ben presente nella vita di ognuno, ovvero la spiritualità, a prescindere dal proprio credo.
Scrive ancora Pittella nella prefazione: «Quanta confusione a volte si fa intorno all’esoterismo, fraintendendolo con l’occultismo. Mentre quest’ultimo indica la pretesa attraverso arti magiche di modificare la natura e le leggi della fisica che la governano, l’esoterismo indica una dottrina “interiore”, segreta, appannaggio di iniziati, fondata su conoscenze simboliche che richiamano l’unità degli archetipi primi».
Questa dottrina si espande e diventa forte perché parla di qualcosa di grande e di universale:l’Amore. Quello che colpisce il lettore che si trova a leggere questo libro sono i diversi livelli attraverso i quali esso si dispiega. Abbiamo, infatti, lo sfasamento temporale caratterizzato dal tempo presente e il tempo passato. Ma anche da un sapere antico, il quale si esprime attraverso i libri sacri, e una evoluzione del pensiero che è filosoficamente moderno e contemporaneo.
Ella e L’Albero di Mira è apparentemente un libro semplice, che si legge in breve tempo. Ma, una volta letto, avrà prodotto un piccolo, ma inevitabile cambiamento nel lettore.
Novembre 2020