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PREFAZIONE

 

 

 

 

Quando mi è stato chiesto se avessi voluto scrivere una prefazione al romanzo di Raffaella Corcione Sandoval, confesso di essere caduto dalle nuvole e di essere stato avvinto dal dubbio.

 

Conosco e apprezzo l’artista venezuelana italiana e le sue opere pittoriche e scultoree metafisiche ed ero consapevole di una sua profondità spirituale e di una sua generale cognizione dei linguaggi profondi, delle religioni mistiche ma non sapevo delle sue doti da scrittrice e soprattutto della sua articolata comprensione delle dottrine esoteriche.

‘Ella’, infatti, non è un semplice romanzo ma un affresco potente che intreccia la biografia dell’autrice e l’incontro ‘magico’ con lo studioso americano Nottingham, co-autore dell’opera letteraria, alla rilettura di testi sacri, dal Nuovo Testamento, ai Vangeli cosiddetti aprocrifi, i rotoli di Qumran, i saggi di Baigent, Lincoln e Leigh, gli insegnamenti di Sai Baba, persino la dottrina nascosta nelle pieghe della religione dei Faraoni.

 

Un combinato che lungi dall’essere un potpourri, risulta coerente nell’indagine filosofica e spirituale poiché tenta con successo di riportare ad unità la molteplicità, a governare il sincretismo riconducendone il kaos a kosmos, attraverso un filo rosso di sapienza esoterica.

 

Esoterismo e amore come codice sono i due caratteri principali della storia di Ella.

 

Quanta confusione a volte si fa intorno all’esoterismo, fraintendendolo con l’occultismo. Mentre quest’ultimo indica la pretesa attraverso arti magiche di modificare la natura e le leggi della fisica che la governano, l’esoterismo indica una dottrina ‘interiore’, segreta, appannaggio di iniziati, fondata su conoscenze simboliche che richiamano l’unità degli archetipi primi.

 

La Corcione Sandoval possiede conoscenze di linguaggi profondi, simbolici e mistici e ne condisce sapientemente il romanzo, raccontando una storia che dal potere di un amuleto egizio conduce per il tramite di Miriam di Magdala al Moma di New York, lungo una storia di amore sacro e profano tra l’Eletta e il Divino, tra lo Jin e lo Jang, tra morte e resurrezione del Rabbi Yeshua.

 

L’amore è la chiave di volta. Lo è tra Miriam e Yeshua, lo è tra Ella e Nottinghill, lo è tra Ella e le figlie e tra Ella e la sua amica Angelica.

Sono amori in parte diversi, su diversi piani di esistenza, ma tutti accomunati da un’idea di tempo e spazio che trascendono il consumismo dell’oggi che brucia nel falò della vanità narcisista ogni rapporto.

 

L’amore diventa il codice mediante il quale Yeshua comunica col mondo, e il suo mondo è Miriam. È lei destinata attraverso l’amore all’insegnamento profondo, alla pedagogia della dottrina dell’uomo che si fa Re, dell’uomo vitruviano, misura di tutte le cose, non in quanto dominatore del mondo, ma in quanto tutt’uno col mondo, parte di un panteismo integrale.

 

È l’amore che rende la Miriam del romanzo la guida degli apostoli e dei discepoli del Cristo esseno, è l’amore che ritrova Ella nel fiore di loto che sigilla il libro della sapienza, è l’amore che fa comprendere alle figlie di Ella l’originalità della madre, la sua eccentricità rispetto alla superficiale normalità.

 

Ella è davvero un bel libro che si legge tutto d’un fiato ma che richiede molte riletture per coglierne la molteplicità dei significati e dei piani simbolico testuali.

È una storia dall’intreccio ordinato, un’artista pronta all’inaugurazione della sua opera al Moma di New York, che nel suo camerino riceve in dono un libro, apparentemente da un ammiratore sconosciuto.

 

In realtà il libro è una storia di iniziazione, di una trasmissione di sapere antico, di una conoscenza mistica, attraverso l’amore, il sacrificio, la rigenerazione, il dolore, la resurrezione.

 

E l’amore nella vita reale tra la Corcione e Nottingham, così delicato e profondo, non fa solo da sfondo ma è il vero protagonista che in controluce si fa erede dell’unione mistica della Maddalena.

 

Un libro che potrebbe essere la sceneggiatura di un film, se non fosse che la grandezza dei suoi dialoghi rischierebbe una semplificazione da blockbuster, capace di far riflettere, scatenare interrogativi, minare certezze, seminare dubbi, alimentare le menti curiose e pronte.

Esattamente quello che deve fare un buon libro.

Dr. Gianni Pittella, Senatore

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